Sfida in Africa, studiare le malattie che minacciano l’Europa

Congresso itinerante in Etiopia. Morrone, è la scommessa per la ricerca.

(di Manuela Correra) Portare medici e ricercatori in Africa per studiare sul campo malattie oggi infrequenti in Occidente ma che, con la crescente globalizzazione, potrebbero minacciare sempre più da vicino l’Europa, e dare voce agli scienziati africani per i quali maggiori sono le difficoltà di riuscire a pubblicare i propri studi. Nasce come una “grande sfida”, scientifica ma anche sociale, il congresso itinerante ‘Skin on the move’. A promuoverlo, il direttore scientifico dell’Istituto San Gallicano di Roma
Aldo Morrone, la cui scommessa è anche dimostrare come l’Africa possa e debba essere luogo per la promozione della ricerca, soprattutto oggi.
Una sede insolita per un consesso scientifico, così come lo è il tema del congresso: “Skin on the move, ovvero Pelle in movimento – spiega Morrone – vuole indicare come proprio la pelle possa essere un ‘elemento in movimento’ tra Nord e Sud del mondo e possa rivelarsi un importante campanello d’allarme per numerose malattie, varie delle quali sono poco note nei paesi europei.
Per questo, è importante imparare a riconoscerle dai primi sintomi, che spesso arrivano proprio dalla pelle, prima che peggiorino. Malattie che possono giungere oggi facilmente anche in Europa: i vettori che le trasmettono, mosche e zanzare, possono infatti arrivare attraverso le merci o il trasporto aereo”. Ad esempio, chiarisce, “Ebola si può diagnosticare precocemente dalla presenza di particolari lesioni cutanee, e la stessa cosa vale per l’infezione da virus Zika, per la lebbra e la malaria. Basta cioè una
semplice lente, unita però a tanta competenza, per fare diagnosi precoce di queste gravi
malattie”. Ma c’è di più: “Essere in Africa è importante – sottolinea – anche per studiare alcune patologie di insorgenza recente nel continente africano ma delle quali non si conoscono ancora le cause e che potrebbero rappresentare una minaccia per tutti”. Per questo, “la sfida – dice Morrone – è portare medici e infettivologi nelle zone dove tali malattie infettive si sviluppano, per studiarle, visitare i malati sul campo e imparare a diagnosticarle dai primi segnali”. Una sfida che lascia ben sperare: saranno oltre 150 gli specialisti che parteciperanno al congresso itinerante ed ai ricercatori africani che giungeranno per presentare proprie ricerche scientifiche verrà assegnato un contributo finanziario. Verrà anche messo a punto un Atlante mondiale di dermatologia, che sarà poi distribuito dalla International Society of dermatology.
Un ‘congresso-sfida’ che si apre con un ulteriore auspicio: “La speranza – conclude Morrone – è che in futuro anche la grandi aziende farmaceutiche comprendano l’importanza di investire in queste aree del mondo per diffondere le conoscenze scientifiche e fare ricerca, perchè il mondo, oggi più che mai, è uno ed i confini, tanto più sul fronte della salute, cono sempre più labili”.

Fonte: ANSA